Santo Stefano di Sessanio

Pic by Riccardo Melillo

A Santo Stefano di Sessanio arriva la cucina
della famiglia Tinari di Villa Maiella

Nel bel mezzo del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, un progetto sviluppato con Sextantio per riscoprire la cucina di un tempo e le ricette tradizionali dell’entroterra abruzzese.

A cura di Francesca Mancini

Nel distretto delle Baronie, in Abruzzo, si trova Santo Stefano di Sessanio, uno dei borghi più belli d’Italia conosciuto per la sua bellezza architettonica, gioiello d’arte medievale, colpito anch’esso purtroppo dal rovinoso terremoto del 2009 che ha cancellato dalla scena la Torre Medicea, simbolo del paese.

Daniele Kihlgren e l’albergo diffuso Sextantio

“Tanti anni fa arrivai per caso in un borgo quasi integralmente abbandonato della terra d’Abruzzo, Santo Stefano di Sessanio (…) Nel borgo antico e nel paesaggio agrario circostante non vi era segno alcuno del ventesimo secolo… Tutto si era fermato al tempo passato”.

Con queste parole Daniele Kihlgren descrive nella sua biografia il primo approccio col piccolo borgo di pietra calcarea – erano i primi anni 2000 – di cui ne ha preso talmente tanto a cuore le sorti da decidere di ristrutturarlo e trasformarlo in un albergo diffuso di gran gusto.

 

Kihlgren ha il merito di aver ripristinato il vero volto del paese, conservandone la storia e la rudezza e di aver scommesso sulla topicità come attrazione turistica. Sextantio è oggi infatti uno dei borghi diffusi più famosi d’Italia, rimasto autentico dopo lo spopolamento del XIX secolo dovuto alla scomparsa della pratica della transumanza, unica fonte di sostentamento per le remote aree interne abruzzesi, e diventato strumento di ospitalità attiva di fama internazionale.

Arcangelo e Pascal Tinari

e il nuovo progetto

alla Locanda sotto gli archi

Un connubio perfetto per portare a Santo Stefano quel che forse mancava, la buona cucina di tradizione riscoperta anche attraverso la collaborazione con gli antropologi del Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara, nello specifico nella persona di Annunziata Taraschi, che si è occupata della ricerca etnografica sui borghi d’altura del Gran Sasso.
Così insieme ad Arcangelo Tinari è nato un menu che fa uso solo di ingredienti provenienti dalla regione, tra cui farro, lenticchie di Santo Stefano, zafferano, aneto, pastinaca.

In questo contesto, alla Locanda sotto gli archi, è arrivata da poco un’ulteriore novità, la cucina della Famiglia Tinari di Villa Maiella di Guardiagrele – in provincia di Chieti – che ha alle spalle una lunga storia di ristorazione fatta di coraggio e determinazione.

Ho accettato questa collaborazione – racconta Arcangelo – perché tra la mia idea di cucina idonea ad una location particolare come Santo Stefano di Sessanio e il progetto che mi è stato proposto c’è stata subito una particola intesa. Porterò l’offerta gastronomica su un altro livello, ma rispetterò la cucina di un tempo, quella storica, con cui mi confronterò insieme ai ragazzi della mia brigata che saranno impegnati in prima linea sul progetto. Sono entusiasta e se non fosse stato per il problema grave della pandemia, avremmo potuto iniziare prima, ma non fa niente. Abbiamo rimodulato tutti gli spazi e adesso siamo partiti, dal 12 giugno siamo attivi su tutti i fronti, dalla colazione fino alla cena

Un menù studiato appositamente per gli ospiti dell’albergo diffuso, che ovviamente hanno – data la limitata disponibilità di spazi – priorità su tutti.

La cucina ritrovata, l’offerta della locanda
Abbiamo recuperato molti piatti rari, quasi perduti, arrivati a noi solo per tradizione orale e quindi a volte di difficile interpretazione. Questo è un territorio povero, fatto di monti, alpeggi e vogliamo servirci per i nostri menù quasi esclusivamente di quel che la natura ci offre, senza andare a deturparla. Per questo – continua lo chef – non ci sarà un menù fisso, ma ogni giorno ci impegneremo nel costruirne uno adatto al momento, alla stagione, al clima, alla reperibilità degli ingredienti. Ci saranno i funghi raccolti sulle montagne, gli spinaci selvatici, a volte ci sarà la pasta fresca e carne non ci saranno tutti i giorni, del resto prima non si mangiavano così spesso come oggi. Sicuramente proporremo molti piatti vegetali e tutto ciò che poteva rientrare nella dieta quotidiana di un secolo fa, con l’aiuto della competenza acquisita giorno dopo giorno da me e mio fratello Pascal, che nel nostro ristorante a Guardiagrele si occupa della sala e della cantina. Giocheremo con il tempo, faremo entrare i nostri ospiti in una casa di un secolo fa, li accoglieremo proprio come avrebbero fatto all’epoca, permettendo loro di vivere un’esperienza diretta con quella che era la vita delle famiglie del luogo fino a 60 anni fa. Il mondo è andato avanti, ma forse qui vogliamo un po’ fermare il tempo che fugge via veloce dalle nostre mani.

P.S. Un inizio di certo fortunato quello del connubio tra Sextantio e i Tinari, dato che tra i primi ospiti si sono ritrovati ad accogliere Gianni Morandi e consorte che hanno trascorso qualche giorno di relax alla scoperta dell’Abruzzo!!!

Per info:
Telefono: +39 0862 899112    |    Mail: santostefano@sextantio.it    |    Mob./WhatsApp: +39 348 2402967

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